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La pavimentazione della piscina: le tipologie e le caratteristiche tecniche per scegliere la migliore

La scelta di progettare e costruire una piscina nella propria abitazione comporta uno studio progettuale accurato nei minimi dettagli: occorre valutare con attenzione lo spazio a disposizione, la tipologia di terreno sul quale verrà edificata la piscina, i materiali con cui verrà costruita, gli accessori per renderla funzionale ed accogliente per noi e i nostri ospiti.

Ma un altro aspetto fondamentale da prendere in considerazione è sicuramente la pavimentazione esterna a bordo della nostra piscina: quali materiali scegliere? Si tratta di una scelta da non sottovalutare in quanto è indispensabile cercare una soluzione che possa soddisfare estetica ma soprattutto praticità.

Diversi anni fa la pavimentazione per il bordo della piscina era costituita da materiali piuttosto scadenti in generale che potevano generare problemi di umidità e infiltrazioni nel corso del tempo; al giorno d’oggi, invece, anche in questo settore sono stati fatti passi da gigante che hanno portato alla realizzazione di materiali innovativi ed affidabili.

Prima di analizzare insieme le pavimentazioni più usate e più apprezzate, occorre tenere ben presente che tutti i pavimenti per le piscine sono soggetti a diverse sollecitazioni meccaniche derivanti ad esempio dal calpestio o dal trascinamento di materiale, nonché bisogna fare attenzione anche all’aggressione degli agenti atmosferici come salsedine e cloro.

Modelli di pavimentazione per piscine

  • Il Legno o “Decking”: si tratta di un prodotto elegante e raffinato che però necessita maggiormente di manutenzione e cura. E’ possibile scegliere tra diverse finiture come il teak, il frassino, il kebony: se si opta per il legno bisogna tenere presente che questa tipologia di materiale per il bordo piscina deve subire diversi processi di lavorazione che possano garantirne alla fine la solidità e la resistenza alle intemperie e all’usura. Per quanto riguarda, invece la manutenzione ordinaria, è necessario passare un po’ di olio sull’intera superficie almeno ogni sei mesi, in modo che si possa preservarne il colore e la raffinatezza.
  • Il WPC (acronimo per Wood and Plastic composite) è uno dei materiali più richiesti sul mercato e si tratta di un mix tra legno polverizzato (che proviene solitamente dai diversi scarti della lavorazione industriale) e uno specifico polimero: da questa fusione si realizzano piastrelle e listoni quasi uguali al legno naturale, ma molto più resistenti. Il WPC è il materiale più apprezzato in quanto ha un’elevata resistenza ai funghi e ai licheni, non marcisce e non subisce alcuna variazione di colore e la superficie non si scheggia, oltre ad avere un prezzo più economico e decisamente abbordabile. Infine, un altro plus positivo del WPC è l’ecosostenibilità: questo materiale è compatibile al 100% con l’ambiente circostante in quanto non genera alcun tipo di sostanza tossica ed è riciclabile.
  • La resina drenante è un’altra tipologia di pavimentazione costituita dalla fusione di due materiali, ossia la resina e i ciottoli di marmo che ne garantiscono un’elevata resistenza all’usura e un ottimo drenaggio evitando così il ristagno d’acqua sulla superficie che potrebbe generare la muffa. Si tratta anche di un materiale molto duttile che permette di personalizzare la pavimentazione a proprio piacimento con alcune decorazioni e/o disegni; infine non necessita di una particolare manutenzione in quanto non subisce cambiamenti di colore o danneggiamenti dovuti agli effetti climatici avversi.

 

Questi tre materiali descritti poc’anzi sono tra i più diffusi per quanto riguarda la pavimentazione delle piscine: ovviamente per la posa in opera dei listoni o delle piastrelle è vivamente consigliato affidarsi ad una squadra di operatori specializzata che provvederà a fissare con cura il tutto valutando la giusta pendenza che possa permettere così un corretto deflusso delle acque, in modo da evitare ristagni.

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